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Ferentino è gemellata dal 1998 con la città di S.Severino Marche.
San Severino Marche sorge 50 km a ovest del mare Adriatico, dista circa 50 km dall’Appennino umbro-marchigiano ed è attraversato dal fiume Potenza e alcuni suoi affluenti. I resti più antichi di presenza umana a San Severino risalgono al paleolitico inferiore e provengono dalla frazione di Stigliano; altri reperti, rinvenuti in varie località del territorio comunale, documentano una continuità di insediamento per tutta l’epoca preistorica. stemmaLa prima civiltà significativa di cui rimangono tracce è quella dei Piceni, concentrata nelle vicinanze di Pitino, circa due chilometri a nord-est del centro urbano attuale: successive campagne di scavo, dal 1932 a oggi, hanno portato alla luce una zona residenziale, sulla sommità di un colle, e tre necropoli nelle vicinanze, il tutto databile tra il VII e il V secolo a.C.
Dopo la conquista romana del Piceno, nel 268 a.C., nel vicino fondovalle sorge l’abitato di Septempeda (nome dall’etimo incerto), che diverrà municipio nel I secolo a.C. Della città romana sono stati individuati in tempi successivi resti di mura con un complesso termale, un incrocio stradale, tracce di domus private, una fornace e un sepolcreto. Da alcune iscrizioni, si sa che doveva esistere un tempio dedicato alla dea Feronia, divinità di origine sabina a cui si consacravano i liberti. Il municipio romano andò in rovina in epoca alto-medievale, e un nuovo nucleo urbano sorse in posizione più protetta sul colle detto Monte Nero, che domina l’abitato odierno; la città ricostruita fu battezzata con il nome di Severino, un santo locale di cui si hanno poche notizie certe, vescovo di Septempeda a metà del VI secolo. Le testimonianze storiche attestano che la città antica continuò a sopravvivere per tutto il Basso Medioevo, smentendo la leggenda secondo cui sarebbe stata distrutta da Totila nel 545 d.C., durante la guerra greco-gotica. Quanto al nuovo centro, il primo documento credibile della sua esistenza è del 944, anno di probabile fondazione dell’antica cattedrale. Libero comune intorno al 1170, parteggiò costantemente per i Ghibellini; nel corso del Duecento si ingrandì fino all’estensione attuale, in parte per via militare e in parte acquistando i castelli circostanti dai precedenti proprietari. Il Trecento è caratterizzato dalla signoria degli Smeducci, famiglia locale di capitani di ventura, che mantennero con una certa continuità l’egemonia sulla città, finché nel 1426 il Papa li esiliò definitivamente. Tendenzialmente guelfi, ma spesso opportunisti, gli Smeducci risultarono quasi sempre malvisti alla popolazione, che si ribellò al loro dominio in più di una circostanza, ma seppero svolgere anche un ruolo di mecenati in quello che rimane il periodo di massima fioritura artistica di San Severino. Dopo il breve governo di Francesco Sforza (1433-45), il comune passa sotto il controllo diretto dello Stato della Chiesa; i secoli successivi registrano un sostanziale declino economico e culturale. Nel 1586 San Severino ottiene il titolo di città e quello di diocesi, mantenuto per quattrocento anni esatti. Nel frattempo, cessate le esigenze di difesa, il centro abitato si è spostato quasi del tutto dal colle a fondovalle, attorno alla vecchia piazza del mercato; fra la metà del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, anche i simboli del potere civile e religioso (Palazzo comunale, Duomo, vescovato) lasciano quella che ormai è una contrada isolata.

San Severino Marche