Nei pressi del Teatro, abbandonato in età medievale, fu eretta la Chiesa di Santa Lucia, edificata probabilmente nel secolo XII nella zona limitrofa al teatro romano e, secondo le ipotesi ottocentesche, in un’area forse pertinente ad antiche strutture termali. La chiesa è a due navate, di cui la maggiore absidata: la cripta sottostante alla navata maggiore, è dedicata al culto di San Biagio m. Caratteristica la decorazione esterna dell’abside ad archetti pensili sovrapposti.
Dalla Via Antiche Terme, che fiancheggia il lato sud della chiesa, si può scorgere il campaniletto a vela innestato nello spiovente destro della fronte principale.
L’interno della chiesa conserva sulla parete sinistra della navata maggiore lacerti di affreschi appartenenti a varie epoche, alcuni databili dal XIII al XVIII secolo, raffiguranti santi. Tra questi un’immagine di Santa Lucia, raffigurata con un giglio in mano e con un copricapo che caratterizza la sua iconografia medievale in area campana.
Altri affreschi appaiono più tardi sia perchè sovrapposti sia per lo stile, come suggerisce l’immagine di S.Sebastiano, realizzato in modo sommario. Una cornice in stucco delimita l’affresco di scuola locale, che, secondo l’iconografia devozionale del secolo XVII, raffigura la Vergine con il bambino venerati dai Santi Ambrogio e Biagio, riconoscibili dalle loro vesti: militari per primo, episcopali per il secondo. Di particolare interesse per la storia moderna di Ferentino è l’affresco absidale commissionato nel 1585 dal vescovo Silvio Galassi, primo vescovo di Ferentino dopo la chiusura del Concilio tridentino. L’affresco, che è anche l’unica testimonianza monumentale conservataci dalle commissioni artistiche del vescovo nella città di Ferentino, raffigura il martirio di S.Lucia nell’iconografia e nello stile tipici dell’arte della Riforma cattolica. Ai lati del catino absidale sono affrescati gli stemmi dei committenti: a destra entro uno scudo accartocciato il giglio bianco su sfondo rosso, stemma della città di Ferentino, e a sinistra entro lo scudo accartocciato, timbrato di cappello vescovile, è rappresentato lo stemma di Silvio Galassi: un gallo posto su un monte di tre cime, caricato di tre stelle in fascia. Sotto lo stemma vescovile nell’affresco è raffigurato un cartiglio in cui era scritta a pennello in corsivo la firma del pittore, Federicus Licatius pinxit, testimoniata da documenti fotografici, perchè non più leggibile.
Sulla parete laterale all’absidiola della cripta si conservano labili tracce di un affresco raffigurante l’immagine equestre del patrono S.Ambrogio Martire.