Le acque solfuree
Bicarbonato-calciche sono note fin dall’antichità, si sa di vari laghetti tra il centro e la periferia sud. Le sorgenti sono state oggetto di molti studi, Il dottor Giovanni Maria Lancisi (Roma 1654-1720) se ne interessò a causa di una terribile epidemia di Febres Malignae che nel 1709 causò uno spopolamento della città. Nel suo studio “Descrizione dell’epidemia di Ferentino”, riporta anche il seguente detto: Quando esce Scrofino atterra Anagni e smezza Ferentino”. Nelle successive opere di bonifica furono eseguiti lavori di manutenzione per favorire il deflusso e l’arginatura delle acque e delle sorgenti di Scrofino, Scrofinello, Olenti e Canale. Gli agricoltori sfruttarono molto queste acque per la lavorazione della canapa e della iuta, messe in ammollo in appositi maceratoi. La località notoriamente chiamata “Acqua Puzza” o “Fontana Olente/Olenti” è situata sulla Via Casilina. In questo luogo sono identificabili vestigia di edifici identificabili con balnea di epoca romana. Nell’area c’è una sorta di vasca con canale, dove si può osservare l’acqua brulicare e dove le persone approfittano per bagnarsi. Attiguo a questa struttura un fontanile di acqua dolce (non sulfurea), dove molte donne usavano fare il bucato fino agli anni settanta del XX secolo. Lo stesso aveva anche funzione di abbeveratoio per gli animali i quali avevano la precedenza. A ricordare ciò un’epigrafe del 1796 che dice: “chi lava al fontanile delle bestie sotto pena di scudi quattro”. Nelle vicinanze, nel 1854, per iniziativa dell’imprenditore Pompeo nacque uno stabilimento termale attivo ancora oggi. Guido Bacelli (1830-1916) medico, uomo politico italiano e padre del termalismo nel 1874, nel suo trattato: Acque acidulo-solforose di Ferentino”, esaltò le qualità terapeutiche dell’acqua che trovano applicazione anche nella cura di malattie respiratorie e cutanee.